Comune di Vezza d'Oglio
Settori: Eza - Al Paghéra - Al Granda - Alta al granda
Sotto, la descrizione del comune di Vezza
come lo vedeva il Rizzi nel 1870 e a lato la fotografia aerea della zona.
Passando
col mouse sulle fotografia aerea si evidenzieranno i vari settori e comparirà il
loro nome. Cliccando col mouse comparirà la foto aerea del settore cliccato e
sarà possibile evidenziare e scoprire i vari toponimi della zona.
È grosso villaggio, ad
8 chilometri da Edolo, posto nel luogo, ove la Vallata viene intersecata dalle
valli Paghera e Valgrande; quest' ultima passa nel paese e sbocca nell' Oglio,
dopo d'aver messo in moto sei molini, con 22 ruote, tre fucine, un torchio per
l'olio, ed un follo per le lane casalinghe.
«
Esiste quivi, scrive il Maironi, un bel ponte, in capo al quale hassi uno dei
più vaghi ed ameni punti di vista. Le acque da una parte, che cadono dalle
ruote degli edifizj sudetti, dall' altro l'aspetto dell' erma valletta,
contornata da nude, torreggianti roccie, ove esistono le vedrette; la
prospettiva del Tonale, che termina la veduta del levante in lontananza, ed i
monti di Edolo, che alla vista si presentano del ponente-merìggio, formano un
tutto, che incanta l'occhio fra l' orridezza e la vaghezza della natura. A tutto
ciò aggiunge speciosità la bella facciata della parrocchiale, adorna di un bel
piazzale davanti. " Molta parte del territorio è occupata da prati, ne' quali,
sebbene in alpestre posizione, vien tagliato il fieno tre volte; in quelli,
situati sul monte, due volte ed anca una sola. I campi nella maggior parte
vengono coltivati a segale, seminandola in autunno, e falciandola nel luglio
susseguente; in primavera poi si affidano alla terra poco frumento, alquanto
orzo, fave in minima proporzione, pomi di terra in gran quantità, e qualche po'
di lino. Dei detti cereali sarebbe scarso il raccolto, se il terreno non venisse
molto ben concimato, e lo stesso avverrebbe del fieno. Di grande estensione vi
son pure i pascoli ed i boschi di basso come d'alto fusto. Mantengonsi
annualmente un ·600 giovenche, che danno latte abbondante, e servono anche pei
lavori della campagna: ogni anno si allevano da 400 vitelle, per mettersi in
commercio. Tengonsi eziandio circa 2000 tra capre e pecore, quest' ultime in
numero maggiore; gli agnelli vengono venduti alla fiera in autunno; delle lane
si vestono gli abitanti. Scarsa è la tenuta delle api; però danno miele prezioso
al pari di quello di Bormio.
La
popolazione ascende a circa 2000 anime. Più della metà degli uomini attendono ai
mestieri di scalpellino, muratore, fabbro e falegname, ed emigrano all' estero
per trovar lavoro; negli ultimi anni, 114 di questi si stanziarono nelle varie
parti d'America: gli altri e le donne attendono all' agricoltura ed alla cura
del bestiame.
Il paese ebbe a soffrire tre terribili incendj: uno il giovedì santo del 1627,
l'altro il 25 settembre 1681, il terzo nel 17 genn. 1807; in questo tutto l'
abitato andò in fiamme. Il Maironi dice, che nel primo perirono meglio di 60
-persone; più di 30 nel secondo; nove nell' ultimo. Il 13 dicembre 1848 le due
principali contrade, di Sonvico e di Fondolo, ciò è dire tutte le abitazioni
sulla sponda sinistra della Valgrande furon distrutte dalle fiamme. La
relazione, che ho sotto gli occhi, enumera altri quattro incendj parziali,
accaduti in Vezza a varie riprese, nei passati due secoli; ma li dice di poca
entità, perché non furono bruciate complessivamente più dì 20 case.
Dalla tradizione si ha che Vezza, anche ne' secoli trascorsi, fu soggetta ad
inondazioni, che recarono immensi guasti alle case ed alla campagna; ma non
rimangono i documenti, periti ne' suddetti incendj: ne fanno fede però le
traccie di abitazioni, che si scorgono qua e là sparse per la campagna. Due
disastrosissime ne avvennero ai tempi nostri: la prima il 4 ottobre 1852, che
cagionò a quegli abitanti un danno di mezzo milione di lire, come consta dalla
statistica, fatta eseguire dalla cessata Delegazione di Bergamo; l'altra il 20
agosto 1864, la quale recò maggior danno. Sì l'una che l'altra furono causate
dallo straripamento della Valgrande, ingrossata dalle dirottissime pioggie, e
più dal distacco d'immensi massi di ghiaccio dalle sovrastanti montagne, e dalle
frane cadute lungo lo stesso torrente.
Si tiene pure per tradizione, che sul principio del secolo XVI una malattia
contagiosa, credesi la febbre gialla, distruggesse per intiero la popolazione
di questo paese, rimanendo salva una sola famiglia nella contrada più alta,
detta di Cormignano; e vuolsi anco che Vezza, prima di tale epoca, fosse molto
mercantile, specialmente in ferro, come indicherebbe anche la forma speciale di
alcune case, che non vennero totalmente distrutte dagli iucendj e dalle
inondazioni.
« Ricordasi poi » trascrivo alla lettera la relazione speditami dalla Giunta
municipale di Vezza « la guerra, guerreggiata il 4 luglio 1866 dalle truppe
Garibaldine contro gli Austriaci, e se non fu favorevole per le prime, avvenne
per imperizia di chi comandava e non per viltà dei militi; chè i pochi, i quali
ebbero l'onore di battersi mostrarono uno straordinario coraggio.
Ha luogo annualmente in Vezza una fiera di bestiame il 29 settembre, detta la
fiera di s. Michele: vi si tengono pure 4 mercati annui, nei mesi di marzo,
aprile, settembre e novembre. Anche questo Comune concorse alla costruzione
della strada da Pisogne a Marone con lire 1500.
…...
Il paese, ne' vetustissimi tempi, chiamavasi Rossolina, ed era posto in luogo
alpestre, a tre quarti d'ora dal piano della Valle. Dai due fianchi della Val
Grande, Dio sa in qual epoca, si staccarono ingenti frane, che chiusero lo
sbocco delle acque, le quali per tre giorni formarono un lago. Poscia, riuscite
ad aprirsi un varco, e precipitando con impeto, seco strascinando enorme
quantità di materiali, unitamente alle abitazioni di Rossolina, formarono, a
poca distanza dall' Oglio, quel grande ridosso, sul quale ora sorge ridente
l'abitato di Vezza, così denominato da una vezza del vino, trovata nello scavo,
di quel terreno di alluvione. Così la tradizione. Si denomina poi Vezza d'
Oglio, per distinguerlo da un altro Vezza, Comune del mandamento di Cornegliano,
nella provincia d'Alba in Piemonte.