Età

'L 'na sa pü 'n vécc che dòrmi
che 'n zóen desedà.

Sa più cose un vecchio addormentato,
che un giovane sveglio.
 
Era il trionfo dell'esperienza, quando il sapere proveniva soprattutto dalla vita vissuta e quindi anche in tarda età potevi ancora avere voce in capitolo perché eri sapiente, cioè sapevi per esperienza.
'L vì
l'è 'l làt di vicì.
Il vino
è il latte dei vecchietti.
 
Quando si è piccoli ci si nutre di latte, quando invece si invecchia si ricorre al vino per cercare qualche soddisfazione.
A pagà e a murì
s'è sémper a témp.
 

 
A pagare e a morire
si è sempre a tempo.
 
Non bisogna mai pagare troppo in fretta perché poi non c'è più la possibilità di rivalersi se qualcosa non va per il verso giusto.
A sèt àgn i è gnaréi,
a setànta i è amò chéi.
A sette anni si è bambini,
a settanta si ritorna bambini.
I bambini piccoli non hanno ancora un ragionamento ponderato, così come i vecchi lo stanno pian piano perdendo.
A vìnt àgn l'óm l'è bél,
a trenta 'l gà servél,
a quarànta 'l fa la ròba,
a sinquànta 'l fa la gòba,
a sesànta 'l và cul bastù,
a setànta 'l và a mazù.

A vent'anni ogni uomo è bello,
a trenta mette la testa a posto,
a quaranta si arricchisce,
a cinquanta gli spunta la gobba,
a sessanta va col bastone,
a settanta muore.
Le età dell'uomo sono scandite dai suoi accadimenti più significativi: l'innamoramento, la formazione della famiglia, la creazione di un certo patrimonio, ma poi comincia la fase discendente, il troppo lavoro produce guai, ad un certo punto serve il bastone per camminare e verso i settant'anni si muore.
El dìs la sàcra scritüra
de fà laurà i vécc fin chè i düra

Dice la sacra scrittura
di far lavorare i vecchi finché durano
Era un invito a sfruttare le rimanenti forze degli anziani affermando che anche nei testi sacri c'è scritto di far lavorare i vecchi finché non muoiono
El trà pü,
gnà cópe gnà bastù.
Non gioca più,
né coppe, né bastoni. (E' morto)
Quando una persona non era più in grado di fare niente, nemmeno di giocare la carte a briscola, voleva dire che stava per morire.
Pütòst che vécc cun la bàrba grìza,
l'è méi zóen sénsa camìza.
Piuttosto che vecchi con la barba grigia,
meglio giovani anche senza camicia
Era detto in modo canzonatorio alle ragazze in età da marito, perché era lapalissiano che ad una persona anziana si preferisse un giovane anche se squattrinato.
Quant che i caì i ciàpa 'l grizì,
làga la fómna e tàchet al vì.
Quando i capelli ingrigiscono,
lascia la donna e datti al vino.
E' l'elogio del vino in grado di lenire i mali e dare qualche soddisfazione che non può più venire dal sesso perché si è ormai vecchi.
Se 'l zóen 'l saès
e 'l vécc 'l pudès.
Se il giovane sapesse
ed il vecchi potesse.
Il giovane ha la forza per fare, ma manca di esperienza e quindi di conoscenza, il vecchio ha la conoscenza, ma non ha più sa forza per realizzare ciò che vorrebbe.