Vizi e virtù
Ardà sü l'às de li puìne |
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Guardare sull'asse delle ricotte | Essere strabico |
El gà paöra po' del füm di gnòch |
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Ha paura anche del fumo dei gnocchi | Persona timorosa, pavida. |
I la mèna a béi a tüte li funtàne. |
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Lo portano a bere a tutte e fontane | Detto di persona credulona a cui è facile propinare balle. |
Eghi gnà del brüzo |
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Non avere niente | Essere povero in canna |
A la màl paràda |
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Se dovesse finire male | Nella peggiore delle ipotesi, se non ci sono alternative. |
Lagà 'n de li pètule |
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Lasciare nelle difficoltà | Detto di persona che viene lasciata da sola ad affrontare le difficoltà. |
L'è mìga farìna de fa òstie |
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Non è farina per fare ostie | Non è una persona così brava come potrebbe sembrare. |
El gà i öcc pü gràndi de la bóca |
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Ha gli occhi più grandi della bocca | Detto di persona che prende più cibo di quello che è in grado di mangiare, volere più di quello che si è in grado di gestire. |
Maià màr e spüdà dóls |
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Mangiare amaro e sputare dolce | Quando una persona vive una vita di stenti e di privazioni e dice di vivere bene, persona maltrattata che deve parlare bene di chi la maltratta. |
El ghè sòna li urécie |
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Gli suonano le orecchie | Quando si parla (di solito male) di qualcuno e come per telepatia la persona in questione sente un ronzio nelle orecchie. |
Dàghi del sö ai àltri |
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Dare del proprio agli altri | Chi offende con contumelie è come se stesse cercando di trasferire su altri la sua ignoranza. |
I córli i burèla po' a 'ndà 'n sü |
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Gli sciocchi rotolano anche in salita | Essere così sciocchi da fare le capriole in salita, in generale persone molto sciocche e stupide. |
Stà a stànga e balansì |
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Essere disposto a stare fermo e a muoversi | Essere disposto a qualsiasi compromesso. |
El ghè pü gnà sàncc gnà madòne |
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Non ci sono più né santi né madonne | Quando non c'è più nulla da fare, neanche un miracolo potrebbe risolvere la situazione. |
Maià a màca |
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Mangiare a scrocco | Detto di chi approfitta di ogni situazione per scroccare cibo gratis. |
Restà 'n bràghe de téla |
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Rimanere con i pantaloni di tela | Quando il freddo punge è in difficoltà chi veste pantaloni di tela; significa essere senza risorse, sul lastrico, senza soldi. |
L'è sémper 'n viòla |
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E' sempre color viola | Detto di persona che non lavora, ma è dedito ai piaceri ed ai divertimenti specialmente al bere per cui ha un colorito cianotico. |
El vàl 'na cìca de bàgol |
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Vale una cicca di tabacco | Quando era abitudine masticare un pezzetto di sigaro (bàgol) che veniva poi sputato (cìca); indica senza nessun valore, come uno sputo |
L'è 'ndré cùme 'n carèt de rèf |
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E' ritardato come un carro di refe | Non ha assolutamente le capacità per capire e decidere |
Tè sé 'n spisièr |
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Sei un farmacista | Riferita alle persone a cui non andava mai bene niente, sia nella quotidianità, che nel cibo. Lo spisièr era il farmacista che notoriamente non poteva fare mestieri che sporcassero le mani e mangiava solo prelibatezze |
Se cumìncia de la tìna a tignì a mà la farìna |
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Si comincia dalla madia a tenere d'acconto la farina | Il senso del risparmio era molto presente nei nostri predecessori ed era un invito a non sprecare mai, anche quando c'era abbondanza, come quando la madia della farina era piena, anche in quel caso era necessario prestare attenzione per non sprecare |
Vedél cùme 'l füm 'n di öcc |
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Vederlo come il fumo negli occhi | I rapporti con i vicini o con i parenti erano spesso conflittuali anche per le interferenze che si creavano nella piccola comunità per cui quando uno era inviso e non si sopportava, veniva paragonato al fumo, molto presente nelle case di un tempo, che dà fastidio ed irrita gli occhi facendoli lacrimare |
El và a li bànche |
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Andare alle panche | Poche persone avevano la possibilità di avere il vino da bere in casa, ma spesso si beveva solo all'osteria soprattutto il sabato sera e la domenica per cui molti si ubriacavano e quando si alzavano per andare, il loro incedere era traballante e si appoggiavano alle panche. Indica essere ubriaco o essere molto stanco |
L'è méi piegàs che scaesàs |
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E' meglio piegarsi che spezzarsi | Quando il vento forte soffia in una zona, gli alberi più forti cercano di resistere, ma se la forza aumenta, non potendosi piegare più di tanto, si spezzano, mentre l'erba che si piega non viene danneggiata. Così a volte è meglio piegarsi ed attendere che il momento passi per rialzarsi ancora vivi e pronti a lottare |
Tö la perdunànsa a tüte li santéle. |
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Chiedere il perdono a tutte le santelle | Un modo spiritoso per dire che si fermano a tutte le osterie per berne un goccio, come il fedele che si ferma a tutte le santelle per chiedere il perdono |
Quànt chè l'è pié de vì, el parla po' an latì. |
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Quando è pieno di vino parla anche in latino | Il vino può giocare strani effetti; oltre ad annebbiare la mente e a rendere più loquaci, può anche indurre a cimentarsi su terreni sconosciuti come era per la gente di un tempo il latino. Indica quindi lo stato confusionale in cui si trova chi beve a dismisura e non è più in grado di controllarsi |
I trà 'l sàs e i scóndi la mà. |
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Tirano il sasso e nascondono la mano | Molto spesso, chi non ha il coraggio delle proprie azioni, cerca di farle di nascosto, senza farsi vedere, proprio come chi lancia un sasso, ma nasconde velocemente la mano per non farsi scoprire e non far sapere che è lui l'autore |
Per cumparì, s'gà de sufrì |
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Per mostrarsi ed apparire bene, bisogna prima soffrire | Questo modo di dire riguarda soprattutto il settore femminile: per apparire belle e snelle, bisogna prima fare sacrifici con il cibo, con le diete, con le cure del corpo. Solo a costo di molti sacrifici si otterrà di apparire nella forma migliore |
Sót al zünöcc l'è padrù tücc i öcc |
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Sotto il ginocchio tutti gli occhi possono guardare | Quando ancora il pudore esigeva che le donne portassero le vesti lunghe fino almeno al ginocchio, al di sotto del quale tutti potevano guardare, mentre sopra era riservato ai legittimi consorti |
L'è cùme 'nsegnài a rubà a 'n làder |
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E' come insegnare a rubare ad un ladro | Riferito ad un consiglio o un insegnamento inutile, perché il destinatario è già molto avvezzo a fare quello che si tenta di suggerire |
Tè truarèt chél del furmài |
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Troverai quello del formaggio | Era un'espressione rivolta a chi aveva avuto un comportamento scorretto, prepotente e nascondeva un avvertimento: se continui a fare così, prima o poi troverai quello più furbo o più forte di te che ti darà un sacco di botte o punirà la tua arroganza o il non rispetto delle regole |
El sé e 'l ma, i è 'l patrimòni di tamberlà |
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Il se e il ma sono patrimonio degli sciocchi | Tambérlu è una parola dialettale che indica una persona poco avveduta, goffa, imbranata; qui si fa riferimento al suo linguaggio, farcito di se e di ma perché non sa prendere decisioni, ma è sempre dubbioso, incerto |
Chi sé lòda sé 'mbròda |
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Chi si loda si sporca | Uno che si autoincensa e si vanta finisce con il risultare antipatico e macchia la sua immagine, come se la sporcasse; molto meglio lasciare che siano gli altri a riconoscere delle virtù, se ce ne sono |
A parlà póch se fàla mài |
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A parlare poco non si sbaglia mai | Parlare poco è un ottimo modo per non sbagliare; chi parla in continuazione è più soggetto a commettere errori e spesso parla a vanvera, per cui la moderazione nel parlare è un pregio; pesare le parole e nel dubbio tacere perché “un bel tacer non fu mai scritto” |
La ròba del cumü, l'è ròba de nigü |
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La ròba del cumù l'è ròba de nigü | Questo detto accenna ad un vizio sociale, cioè quello di non curarsi della cosa pubblica. La roba del comune deve essere di nessuno, imparando tutti a rispettarla perché è roba di tutti |
A èser tròp bùni sé pàsa de coió |
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A essere troppo buoni si passa per stupidi | A volte la troppa accondiscendenza e la troppa disponibilità vengono scambiate per debolezza od incapacità per cui si viene considerati degli stupidotti e non delle persone sensibili e disponibili |
Furtüna de èrba, furtüna de mèrda |
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Fortuna di erba (quadrifoglio) fortuna di merda | La fortuna che deriva dal trovare i quadrifogli, è una fortuna di poco conto |
A rubà pòch sè và 'n galéra, a rubà tànt sé fa cariéra |
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A rubare poco si va in galera, a rubare tanto si fa carriera | E' ormai noto che chi ruba due mele finisce in galera, mentre chi ruba miliardi diventa una persona importante perché spesso il potere è debole con i forti e forte con i deboli |
Tücc i è padrù de pensàla a la sua maniéra |
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Tutti possono pensare come vogliono | Tutti hanno la loro verità e il loro modo di vedere le cose per cui è necessario avere tolleranza e rispetto reciproco |
A pensà màl se fa pecà, ma se fàla mìga |
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A pensare male si fa peccato, ma non si sbaglia | E' un motto attribuito ad Andreotti, ma come si vede è più antico; pensare male degli altri non è bello, ma spesso non si sbaglia |
Per dì buzìe sghà de éghi bùna memoria |
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Per dire bugie bisogna avere buona memoria | Raccontare cose false o inverosimili comporta una grande capacità di inventiva ed una ferrea memoria per ricordare le situazioni frutto della fantasia e non della realtà |