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Consorzio di Meda - Baita di Meda

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Il Consorzio di Meda è un'associazione nata tra tutti i proprietari di pascoli sul Dòs de Méda e che annovera tra i soci i Terrazzani di Zoanno che da soli possiedono quasi il 50% dei pascoli, mentre la quota rimanente è di altri abitanti di Zoanno oltre ad alcuni residenti a Ponte.

Il 16 febbraio 1947 il Consorzio di Meda si è dato uno statuto per evitare controversie ed abusi, come recita l'introduzione allo statuto medesimo:" Si premette che già da parecchi anni i pascoli denominati "Meda", situati nel Comune di Ponte di Legno, di proprietà per la maggior parte in comunione fra diversi comproprietari e per qualche parte divisi in quote fisse, vengono ceduti in affitto a terzi, ripartendo poi l'utile fra gli aventi diritto. Vista la necessità di formare uno statuto, per togliere abusi e malintesi e per assicurare un miglior funzionamento amministrativo, i sottofirmati proprietari e comproprietari degli immobili predetti .... sono venuti nella determinazione di approvare ed accettare il seguente statuto....."

Seguono i vari articoli dello statuto nei quali si afferma la  volontà di comportarsi come un corpo unico dove nessuno può pretendere di usufruire della propria quota da solo o disporne in altro modo. L'assemblea deve nominare un Consiglio Amministrativo con il compito di affittare i terreni e di intervenire per "fare riparazioni non ordinarie alla cascina."

Questo scrivevano 65 anni fa i nostri vecchi, ma le cose sono cambiate, prima lentamente, poi ad un ritmo sempre più veloce. Gli introiti degli affitti erano irrisori e quei pochi soldi venivano divisi fra i soci che ricevevano quote ridicole, dell'ordine delle migliaia di lire ogni 3 o 4 anni.

Per anni il Consiglio ha cercato forme diverse per ottenere la ricostruzione della baita, ma senza successo: il Parco Nazionale dello Stelvio, entro il cui limite territoriale insiste la baita, più volte interpellato non si diceva interessato alla ricostruzione, la Regione Lombardia non aveva fondi a disposizione, il ministero dell'ambiente, interpellato nella persona dell'allora ministro Formigoni, rispondeva picche per cui le speranze di rivedere la baita in piedi sembravano nulle.

Quando ogni speranza sembrava svanire, il Presidente ha estratto dal cilindro una nuova affittanza e con il segretario si sono attivati per dare veste giuridica al consorzio, per coinvolgere nel progetto la Comunità Montana ed il Comune di Ponte di Legno.

Dal notaio e poi all'ufficio di registro abbiamo avuto il codice fiscale che ci permetteva di operare come ente riconosciuto, abbiamo presentato domanda di contributo alla Comunità Montana e dopo un tentativo fallito, abbiamo avuto parte del finanziamento, il comune di Ponte di Legno ci ha agevolato ed ha anche provveduto alla sistemazione della strada di accesso alla baita che con il tempo aveva bisogno di una robusta manutenzione straordinaria, il resto è stato ottenuto grazie ai nuovi affitti recuperati dal presidente. Se cliccate sui link delle pagine in alto trovate la storia della baita, da com'era ad oggi.